Comunicazione efficace e assertiva
Comunicare in modo assertivo implica la capacità di esprimere i propri bisogni, i propri stati d’animo e le proprie opinioni chiaramente, senza sentimenti di imbarazzo e di colpa, ma allo stesso tempo di mantenere un occhio di riguardo verso il pensiero altrui, di prenderlo in considerazione e di provare a immedesimarsi. Nonostante questo modo di comunicare sembra essere scontato e banale, difficilmente ci sentiamo liberi di esprimere quello che vogliamo senza proporci in modo prepotente e prevaricatore sugli altri. Quando poi entrano in campo le emozioni, che mettono carburante alle nostre parole, l’obiettivo di essere assertivi è ancora più difficile da raggiungere…ed è proprio in quei momenti che per noi è importante che l’altro ci capisca.
Se sono riuscita a convincervi di quanto sia difficile comunicare in modo assertivo e di quanto possa essere utile in svariati contesti, da quello lavorativo a quello coniugale, ecco a voi alcuni consigli su come modificare il proprio stile comunicativo per renderlo più efficace.
- Esprimere le proprie opinioni e i propri sentimenti: per essere più chiari possibili i nostri messaggi dovrebbero essere brevi e diretti (es. io penso…), dovrebbero far riferimento a fatti concreti (es. come quella volte in cui…) ed essere aderenti a quello che si prova (es. io sento…/io mi sento…). La comunicazione è più efficace se guardiamo in volto la persona con cui stiamo interagendo e cerchiamo di accompagnare le parole con una adeguata espressione del volto, un adeguato tono di voce e gesti in accordo con quanto si sta dicendo (comunicazione non verbale).
- Fare richieste: per esprimere al meglio le nostre richieste si potrebbe prima mettere in luce e spiegare il proprio bisogno (es. io vorrei… mi piacerebbe che…) e poi proporre delle alternative che possono aprire lo spazio a un compromesso (es. si potrebbe…potremmo prendere in considerazione l’idea di…). Sarebbe utile evitare di utilizzare forme troppo direttive come “devi”, “non dovresti” e così via.
- Imparare a dire di “no”: quando si vorrebbe rispondere negativamente potrebbe essere utile fornire delle ragioni che accompagnino il nostro rifiuto stando attenti però a non cercare di fornire per forza una giustificazione più o meno veritiera (es. non voglio… non vengo perché). Se si è indecisi è possibile chiedere all’altro più informazioni o chiedere tempo per riflettere (es. vorrei capire meglio se… mi prendo del tempo e ti faccio sapere). Potrebbe essere utile esprimere un proprio bisogno o una propria opinione che accompagni il rifiuto (es. preferirei… mi piacerebbe di più…). Infine è importante concedersi la possibilità di cambiare opinione qualora lo si ritenga necessario.
- Dare e ricevere apprezzamento: fare apprezzamenti è un modo per esprimere le proprie emozioni positive. Spiegare i motivi per cui qualcosa ti ha fatto piacere potrebbe aiutare l’altro a comprendere meglio il messaggio (es. apprezzo quello che hai fatto perché…). Quando si riceve un apprezzamento ringraziare è sempre un buon modo di mostrare la positività per quello che è stato detto (es. Ti ringrazio per quello che hai detto… Mi fa piacere che tu l’abbia notato).
- Formulare critiche costruttive: in primo luogo è bene chiarirsi nella mente qual è il problema che vorremmo risolvere. In seguito è meglio perdere qualche secondo a chiedersi quale potrebbe essere il contesto più appropriato per comunicare il nostro messaggio (in disparte, faccia a faccia). Quando si vuole esprimere la critica è importante descrivere in modo chiaro e concreto cosa non ci ha fatto piacere (un comportamento, un discorso, un’attività, ecc.) senza fare affermazioni generiche e non contestualizzate. Ricorda che le critiche sono più funzionali se vengono motivate indicando effetti e ripercussioni. Quando si ritiene di aver espresso la nostra posizione dobbiamo lasciare all’altro la possibilità di esprimersi come ritiene più opportuno. Una critica costruttiva termina sempre con la proposta da parte nostra di una soluzione che invita l’altro a rifletterci accettandola o proponendone una a sua volta.
- Affrontare le critiche: partendo dal presupposto che non abbiamo mai il controllo sul comportamento e sulle parole dell’altro, il primo passo per accogliere una critica dovrebbe essere quello di ascoltare attentamente ciò che viene detto mantenendo uno stato di calma. Se alcune cose non risultano chiare, non aver paura di chiedere maggiori spiegazioni. Se la critica sembra adeguata è possibile accoglierla riconoscendo l’errore e ringraziando l’altro. Se, invece, la critica non sembra adeguata, è opportuno riconoscerne la validità, ma bisogna comunicare la propria posizione e i propri sentimenti al riguardo (es. critica: “come al solito hai fatto un pessimo lavoro!”. Risposta: “sì, forse oggi è così, ma solitamente ottengo dei buoni risultati. La tua affermazione mi ferisce”). E’ importante ricordare che se le critiche non sono fondate, non devono di conseguenza essere accettate e lo si può comunicare utilizzando tutti i consigli descritti negli punti precedenti.
Essere assertivi ci permette di stare bene con noi stessi e con gli altri, di sentirsi protagonista delle proprie decisione e dei propri comportamenti, di rispettare contemporaneamente se stessi e l’altro, di costruire delle relazioni più ricche e soddisfacenti basate sulla fiducia, di essere disponibili all’ascolto e alla risoluzione dei problemi, di avere una migliore autostima.
E’ importante notare come l’assertività abbia un costo per entrambi gli interlocutori. Spesso gli altri non sono aperti a questo tipo di comunicazione e alla possibilità di confrontarsi e dialogare.
Dott.ssa Micaela Fratus, Psicologa